Attivi ormai da quasi un decennio e con alle spalle un full length e tre split, i francesi Reverence sono ormai una consolidata realtà nell’ambito della scena black industrial sperimentale. Questo “Chamber Of Divine Elaboration” si presenta come un monolite di pesantissimo funeral black metal, nel quale un pezzo segue l’altro senza apparente soluzione di continuità, a creare un’atmosfera satura e dissociante, cupa ed opprimente. Il riffing lento ed angosciante disegna paesaggi post apocalittici, dove il fumo acre delle macerie si confonde con il puzzo nauseabondo dei cadaveri in decomposizione. Squarci di velocità black tagliano per un attimo il velo plumbeo delle composizioni, mentre i passaggi più rallentati e riflessivi sono impreziositi da inserti ambient dal sapore cosmico e astrale. Il buio incorporeo cui danno forma le note di questo disco è lo specchio di una mente folle che si dibatte tra i dubbi irrisolvibili della propria tormentata esistenza. Nella musica dei Reverence convergono in egual misura la pazzia meccanica degli Spektr, gli incubi ossessivi dei Blut Aus Nord, la degenerazione incontrollata dei Wolok, la circolarità ipnotica dei Bloodline e la disperazione catacombale degli Elysian Blaze. Un’opera validissima che non può definirsi capolavoro unicamente per la ripetitività di alcune soluzioni che, alla lunga, finiscono per risultare meno incisive. Ma è un dettaglio che non intacca più di tanto l’oscura e morbosa bellezza di un lavoro annichilente che parla direttamente all’intuizione degli spiriti superiori.
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