Theart – September’s Songs

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Primo vagito per la creatura Theart, one man band di Tod, ex membro dei validi Aivarim ed attualmente in forza anche ai Malinvern e ai Septical Gorge. Il progetto prende forma nel 2003, con l’intento di permettere al nostro di estrinsecare liberamente le proprie istanze creative, senza condizionamenti di sorta, né musicali, né ideologici. Il primo risultato è questo sorprendente demo: “September’s Songs” è un concentrato di felici intuizioni, condensate in meno di un quarto d’ora di durata, che rende immediatamente evidente l’alto tasso artistico delle composizioni. L‘opener “Sad Circularity” è costruita su riff veloci ma al tempo stesso melodici ed evocativi, sulla scia dei vecchi Ulver, con una patina malinconica e vagamente epica non distante dai migliori Helheim o dai primissimi Borknagar. Se la partenza del disco è piuttosto monolitica, i due successivi pezzi sono invece molto dinamici e caratterizzati da svariati cambiamenti di tempo ed atmosfera al loro interno, che catturano positivamente l’attenzione dell’ascoltatore, trascinandolo in un gorgo di emozioni contrastanti che vanno dalla rabbia cieca alla tristezza più disperata, dalla contemplazione estatica al disgusto iconoclasta. L’utilizzo della drum machine (peraltro ottimamente programmata) e la produzione, abbastanza fredda e meccanica, conferiscono al lavoro un flavour algido e distaccato, quasi industrial, che mi ha molto ricordato i norvegesi Thorns. Lo stile vocale nervoso e l’uso di una metrica secca e spezzata sono accostabili agli Spite Extreme Wing, mentre i testi, completamente in lingua madre, vertono su tematiche intimiste ed ermetiche. La burzumiana strumentale “…Indubbiamente Il Buio Disorienta” suggella un esordio di valore, che ci presenta una nuova realtà del folto sottobosco underground italico degna di attenzione.