I Limbonic Art sono uno dei più grandi gruppi che la Norvegia sia riuscita a partorire nel suo periodo d’oro, fautori di un black metal sinfonico, difficilmente possiamo trovare nomi che reggano il confronto con questo geniale duo. Ho scelto di parlare del loro secondo full, ovvero “In Abhorrence Dementia”, in quanto lo ritengo il picco compositivo dei nostri, uscito l’anno successivo all’ottimo esordio “Moon in the Scorpio”. La proposta è costituita da una massiccia sezione ritmica fatta da drumming, basso e chitarra che fanno da tappeto alle orchestrazioni, sempre in primo piano. Nonostante siano proprio le parti di sintetizzatori lo strumento più espressivo e geniale dei Limbonic Art, il lato strumentale non è lasciato al caso e, anche se molto personale, può essere accostato a quello dei primissimi Emperor, minimale ma pieno di pathos. Momenti più cadenzati ed opprimenti si alternano a sfuriate, sorrette dalla drum-machine, sempre varia ed ottimamente programmata. Le vocals sono un punto di forza del lavoro, riescono a raggiungere picchi espressivi elevati e, tra lo screaming infernale ed un sinfonico cantato pulito, sono ben amalgamate con la musica. Il disco supera l’ora e un quarto di durata, nonostante ciò rimane sempre ispirato ed è dotato di moltissime sfumature da scoprire ascolto dopo ascolto. Quindi le tracce sono tutte valide e varie, la migliore a mio avviso è “A Demonoid Virtue”, dove le orchestrazioni sono ottime ed è presente una corposa sezione in cui le note si fanno lente e la musica sprigiona un’atmosfera davvero demoniaca. Dalla produzione al songwriting dei pezzi, è evidente come questo “In Abhorrence Dementia” sia un disco curato nei minimi dettagli, un’opera che riprende molto dalla musica classica e riesce a conferire all’avanzare delle note lo spirito più incontaminato del Black. Molti hanno fallito nel cercare di creare il giusto connubio tra l’aspetto sinfonico e il Black classico, molti non sono stati all’altezza. Questo episodio dei Limbonic Art sancisce la supremazia qualitativa di questo gruppo rispetto ad ogni imitazione futura e, a conti fatti, risulta essere una pietra miliare del genere. “In Abhorrence Dementia” è capolavoro e fenomenale rappresentazione di odio cosmico.
