I Frozen Shadows sono una band proveniente dal lontano Quebec che, nonostante sia rimasta poco conosciuta, ha sfornato un paio di interessanti dischi. Questo primo full, “Dans les Bras des Immortels”, è un lavoro magistrale in quanto ad atmosfere glaciali e palesa da subito una totale dedizione verso i maestri norvegesi dei primi anni novanta. L’influenza che più si sente, sin da subito, è quella di “In The Nightside Eclipse”. Dal masterpiece targato Emperor i nostri riprendono gli spunti alle tastiere, davvero somiglianti, e, allo stesso tempo, il sound globale, molto sporco, affossato e gelido. In alcuni sporadici momenti più tirati vengono in mente anche un paio di dischi degli Immortal, come “Pure Holocaust” e “Battles In The North”. Non è un mistero che i Frozen Shadows si ispirino pesantemente alle atmosfere nordiche, come loro stessi ammettono. Fin qui tutto nella norma, la sorpresa sta nell’incisività dei brani, che inaspettatamente non sfigurano nemmeno dinanzi ai succitati capolavori. I pezzi sono avvolgenti e mantengono un alone mistico amplificato sia dagli ottimi tappeti di tastiera che dal riffing sempre epico. Non manca una certa ricercatezza compositiva rintracciabile in tutti gli episodi, articolati e ricchi di spunti interessanti. Uscito nel 1998, questo ottimo album avrebbe potuto essere tranquillamente il naturale successore di “In The Nightside Eclipse” in tutto e per tutto. Il merito dei Frozen Shadows sta nell’aver accompagnato le ottime idee, anche se derivative, ad un eccellette riproduzione sonora, evocativa, grezza e riuscitissima. Inoltre l’intero minutaggio raggiunge i medesimi livelli qualitativi, scongiurando ogni possibile calo di tono. Insomma, per gli amanti del black primordiale, con la giusta e mai invadente componente sinfonica, questo piccolo capolavoro è imperdibile.
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