“Likferd” è il quarto ed ultimo full length dei norvegesi Windir (“guerriero” in italiano) e rappresenta la più completa e compiuta espressione artistica di questa realtà, appena prima della tremenda morte del suo fondatore e leader indiscusso Valfar. L’accentuato piglio folk/pagan/viking, che ha caratterizzato le uscite discografiche del gruppo fin dal demo d’esordio del 1998 (“Sognariket”), in questa estrema testimonianza musicale viene sublimato in un tessuto stilistico saldamente ancorato alla scuola classica del black metal nordico ed ulteriormente esaltato da una produzione decisamente pulita e potente. Il risultato è davvero coinvolgente: i brani sono articolati e variegati, sorretti da melodie portanti incastonate in cornici tastieristiche ed intrise di profonda drammaticità. L’elemento folk nei Windir infatti non scivola mai nell’approccio festoso ed allegro di gruppi come i Finntroll, ma è il veicolo attraverso il quale prendono forma concreta emozioni funeste e la rievocazione devota e pietosa di popoli e tradizioni ormai sepolti dalla sabbia del tempo: “Likferd” significa funerale e mai titolo fu – purtroppo – più premonitore. Oltre ai rimandi stilistici – direi quasi inevitabili, visto il genere proposto – a mostri sacri come Enslaved, Ulver, Vintersorg, Old Man’s Child e Falkenbach, vi è una certa predilezione per sonorità più propriamente heavy metal (evidenti ad esempio in “On The Mountain Of Goats”), che rendono questo disco più levigato e meno grezzo, ma di certo non meno affascinante, rispetto ai lavori del passato, quegli “Arntor” e “1184” che avevano messo in mostra le doti compositive di Valfar, rendendolo personaggio noto nel panorama underground. Sonorità heavy che saranno abbondantemente riprese anche dai Vreid, successiva incarnazione dei membri superstiti della band, con esiti molto più altalenanti. Gli episodi più significativi di un album che si mantiene per tutta la sua durata su livelli qualitativi molto elevati sono “Martyrium” e “Fagning”, canzoni atmosferiche ed aggressive allo stesso tempo, graziate da intrusioni corali in clean vocals eccezionalmente evocative e cariche di pathos tragico. “Likferd” è il perfetto epitaffio sonoro e concettuale di un artista che ha saputo scrivere indelebilmente il suo nome nell’albo d’oro del black metal: da ascoltare senza riserve.
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