Darkthrone – Hate Them

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Nel momento in cui scrivo, questo “Hate Them” rappresenta la penultima incarnazione degli storici Darkthrone. Un disco, come del resto tutti quelli rilasciati negli ultimi anni, che avrebbe il compito di far tornare alla mente gli antichi fasti del true norwegian black metal. Compito estremamente difficile, che farà ascoltare ogni nuovo album dei Darkthrone con spirito particolarmente esigente. Il discorso intrapreso dai nostri torna saldamente sui binari dell’odio e del nero esistenziale, è inutile ribadire l’attitudine che genere un suono minimale e ispirato agli anni ottanta. Registrato come da manuale in sole 26 ore, con qualche canzone cantata in norvegese, l’album possiede un sound gelido e potente, mantenendo comunque quella sensazione graffiante e maledetta di sempre. Inizio in grande stile, “Rust” parte lenta e malvagia per poi sfociare in un’accelerazione nel finale thrash oriented. Questa song apre il disco e rappresenta l’apice dell’album; le restanti canzoni, a parte la traccia conclusiva, si mantengono discrete ma forse leggermente anonime. Certo… il marchio di fabbrica si sente ed è evidente, mancano però gli spunti geniali. Ovviamente sarebbe inutile guardare al passato facendo confronti nostalgici e mielosi, la realtà è questa ed in quanto tale va (eventualmente) accettata. L’album scorre per i sui quaranta minuti scarsi regalandoci un black metal senza contaminazioni, scarno e malato. “In honour of thy name”, a tratti pesantissima, trasuda odio ed è avvolta dal ghiaccio. Pare essere la traccia che, per ispirazione, si ricollega a “Rust” e fa segnare il secondo gioiello del disco. “Hate Them” è un’opera che racchiude soltanto quello che Nocturno Culto e Fenriz sanno fare meglio con il loro Trono Oscuro e cioè black metal. In definitiva, non darei troppo spago né a chi ha esaltato eccessivamente quest’album né a coloro i quali lo hanno impietosamente bocciato. Un disco che rispecchia le potenzialità attuali dei Darkthrone, evidentemente impossibilitati a tornare agli antichi fasti; quello che ci viene proposto è il classico disco di fottuto black metal, senza se e senza ma. Prendere o lasciare, io prendo.