Secondo full per gli iberici Berserk, fautori di un pagan epico e dall’incedere statuario. Il disco è costituito da pezzi prevalentemente molto lunghi in cui la musica scorre sviluppandosi grazie a riff e ritmiche somiglianti tra loro. L’atmosfera è molto emotiva, ma i nostri non riescono mai a mettere a segno un colpo vincente, limitandosi a riproporre una formula efficace ma abbastanza scontata e mediocre. Anche nei momenti che dovrebbero essere più tirati e dirompenti il tutto ha un senso di spento ed incompleto. Certo, i canoni del genere sono rispettati, dall’incedere statuario alle sfumature epiche, dall’apporto di cori alle divagazioni strumentali; questi aspetti però non sono sufficienti a far risultare “Rites Of Supremacy” una prova sufficiente. La sensazione di noia è accentuata dalla produzione spenta e morbida e dal cantato anonimo e piuttosto inespressivo, caratteristiche che rendono anche il più spinto songwriting davvero leggero. L’album è sicuramente ben curato ed immagino che il songwriting abbia richiesto molta fatica per essere ultimato, fatto sta che ad un impatto iniziale non eccessivamente negativo segue la presa di coscienza dell’ascoltatore che si rende conto della monotonia di certe soluzioni. Il concept ed il booklet sono ben curati e riprendono le tradizioni delle terre iberiche. Insomma, a conti fatti questo “Rites Of Supremacy” è un disco non indispensabile.
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