Terzo full-length per i tedeschi Spectral, dopo “Barbaric Assault” del 2001 e “Dawn Of Gods” del 2004. I nostri definiscono la loro musica “Black Viking Power” (come il titolo del quarto pezzo contenuto in questo album, autentico inno autocelebrativo) e miglior etichetta non poteva essere coniata per rendere l’idea della proposta del combo teutonico. I nostri uniscono infatti alla ferocia tipica del black primordiale, l’epicità pagana del viking e la potenza del power, con risultati tuttavia non sempre entusiasmanti. Il songwriting, nella sua struttura essenziale, non è lontano da band come Moonsorrow o ultimi Falkenbach, la cui influenza si fa sentire sopratutto nei rocciosi mid tempos che costellano il disco. Sono di gran lunga meglio riusciti però i brani veloci ed aggressivi come “Kingdom Under Fire” o “Deathcult” il cui riffing chiama in causa addirittura i Manowar. L’elemento black non è relegato soltanto all’uso del cantato in screaming, ma innerva il tessuto stesso delle songs, con molti riff che richiamano i primi Enslaved o i Thyrfing. Come detto, non sempre i pezzi risultano ben riusciti; in diversi casi l’amalgama non è ottimale e la scarsa fantasia compositiva fa affiorare a tratti la noia. “Stormriders” resta comunque un lavoro godibile che potrà attirare le attenzioni tanto degli ascoltatori di heavy classico quanto di quella frangia di pubblico affezionata alle sonorità black-pagan più dirette e raw oriented. Una prova discreta anche se assolutamente non indispensabile.
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