I Paramnesia sono francesi e nascono nel lontano 2005, ma solo negli ultimi tempi danno alle stampe del materiale musicale. In realtà pare essere una one man band coadiuvata da altri elementi, dalla presenza sporadica e non ben definita. Questo loro disco d’esordio è composto da due brani della durata di venti minuti ciascuno. La musica proposta è cacofonica e confusionaria, con un cantato lacerante che echeggia in lontananza. Probabilmente la band avrà voluto dire qualcosa, in ben quaranta minuti di musica, ma – sono sincero – non riesco proprio a scorgere un senso in tutto questo. Il disco è come se fosse un continuo interludio, senza capo né coda, dove l’evolversi dei riff di chitarra è quasi impercettibile. Ne risulta un polpettone omogeneo, in cui le emozioni si rincorrono in tondo, senza via di fuga per l’ascoltatore. Come un cane che si morde la coda, i momenti più veloci sono estenuanti. Un pelo meglio le divagazioni sul doom, dove la vena funerea e la registrazione contribuiscono a districare la fitta trama dell’album, concedendo qualche spunto interessante. Concludendo, “Paramnesia” possiede vari spunti interessanti, ma andando a tirare le somme sono presenti anche molte idee confuse, mascherate da un voler estremizzare la concezione di pezzo che, ahimé, è un’arte propria solo dei maestri di questo genere. Per ora la band è rimandata, confidando in una maturazione stilistica che possa concretizzare il caos in qualcosa di finalmente letale.
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