Insieme ai Primigenium, gli Akerbeltz sono da considerarsi tra i prime movers della scena black metal iberica. La one man band spagnola (catalana per la precisione) fin dai suoi esordi si è fatta fiera ed integerrima portabandiera delle sonorità più “raw and true”, prediligendo la velocità e l’assalto frontale, senza tuttavia trascurare il lato più atmosferico ed in senso lato melodico della nostra musica preferita. Nei brani che compongono questo “A Wave Of Darkness”, debutto sulla lunga distanza del progetto, si possono percepire suggestioni provenienti in egual misura dai primi Graveland, Veles ed in generale dalla scuola esteuropea, con influenze direttamente riconducibili ai Judas Iscariot più selvaggi ed ai padri putativi Immortal e Black Funeral. Un muro sonoro freddo ed impenetrabile che sferza l’ascoltatore senza un momento di tregua, veicolando sensazioni negative ma anche un mai sopito afflato vagamente epicheggiante (ma sempre virato al nero). Black metal old school dunque, nella migliore tradizione grezza e cruda, anche per quanto riguarda la produzione gracchiante e polverosa: le vocals particolarmente cupe vomitano liriche di matrice esoterica completando un quadro dipinto a tinte fosche, non originale ma dannatamente oscuro. Il riffing violento ed intenso indulge solo a tratti a rallentamenti più sulfurei e maligni (“Infernucoerreca”), mantenendo comunque sempre viva la tensione esecutiva. Questo è il tipico disco per il quale le parole rischiano di apparire superflue od insufficienti, importanti essendo invece, in modo quasi esclusivo, il trasporto ed il coinvolgimento emotivo: ascoltatelo (con la pancia e non con il cervello) soprattutto se siete amanti delle sonorità vecchio stampo, tenendo presenti anche i successivi lavori di Akerbeltz. A mio avviso un piccolo classico.
