Esce per l’oscurissima label statunitense Larval Productions, in formato vinile 12”, questo “Thermogravimetry Warp Continuum”, lavoro d’esordio sulla lunga distanza per Jyotişavedānga, progetto indo-russo che ha debuttato nel 2016 con il demo “Cannibal Coronal Mass Ejections”. I nostri sono un trio e prendono il nome dal “Vedānga Jyotişa”, uno dei più risalenti testi tradizionali indiani di astronomia e astrologia, ponendo a base delle proprie liriche un concept che mescola esoterismo e collisioni astrali, antica sapienza e fisica quantistica, scienza e superstizione, meditazioni filosofiche trascendentali e moderne odissee nello spazio. La musica proposta in quest’opera, tutto sommato di breve durata (circa mezz’ora), è ostica: una sorta di raw black-death catacombale e ultra polveroso, appesantito da una discreta dose di noise, che si sostanzia in intrusioni tastieristiche e rumoristiche piuttosto disturbanti poste soprattutto in apertura e chiusura dei vari pezzi. Non c’è il basso e la costruzione del sound è affidata unicamente a schitarrate paludose, che si propagano come nebulose cariche di veleno senza combinarsi in strutture precise ma indulgendo anzi spesso in rallentamenti esasperati quasi, ai limiti del funeral. Questa base chitarristica è sottolineata da una batteria pesante ed assassina, il cui suono freddo e meccanico non fa che esaltare ulteriormente l’atmosfera aliena e straniante già creata dagli effetti. A completare il quadro abbiamo un growling che definire gutturale e profondissimo sarebbe un eufemismo ed una registrazione piuttosto polverosa e low-fi, che non bada molto alla pulizia ma che in qualche modo mi pare sposarsi bene con i cupi scenari extraterrestri dipinti dalla musica dei nostri. Per quanto appena detto qualcuno potrebbe rinunciare all’ascolto, ritenendolo troppo faticoso: il mio consiglio è invece quello di dare una possibilità a questa band, che è solo una delle tante che si muovono nel sottobosco underground internazionale mettendo in mostra diverse idee interessanti in un ridotto spazio di tempo, attraverso mezzi spartani ma con una messinscena comunque enigmatica ed affascinante.
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