Quarto album (in tre anni) per questa one man band proveniente dall’Ungheria, formata dal factotum Arkhorrl, coadiuvato dietro le pelli da Zson, entrambi in forza anche ai death metallers Sudden Death. Gli Aetherius Obscuritas sono fautori di un black metal atmosferico, dalle venature marcatamente melodiche e, a tratti, epicheggianti, che ricorda molto da vicino l’approccio dei loro connazionali Forest Silence. Tempi quasi sempre cadenzati, a volte rallentati e dilatati quasi ai limiti del depressive, raramente lasciano spazio a sfuriate belluine in tipico norse style, che pure compaiono sporadicamente a spezzare la circolarità del riffing con piccole scariche di violenza cruda. La cosa migliore di questo disco è proprio l’afflato mistico e pagano che trasuda da pressoché tutte le tracce, nonostante qualche evidente calo d’ispirazione ed un’eccessiva insistenza sulle medesime soluzioni che rende il lavoro leggermente stancante sul finale. Molto belle l’opener e title track, “Journey To Immortality” e “Black Moorland”, forse l’episodio più oscuro e mesto del lotto. Da segnalare anche la buona cover dei Ragnarok, riproposta alla luce della sensibilità mesta e malinconica della band ungherese, piuttosto lontana dall’approccio classico del combo norvegese. “Víziók” non è certamente un capolavoro, ma è un discreto album di black metal dalle tinte riflessive che non gioca tutto sulla ferocia ma punta sull’emozionalità, risultando gradevole in diversi frangenti. Da provare.
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