Nati con il nome di Nekros all’inizio del millennio, i brasiliani Creptum – provenienti per la precisione da San Paolo – diedero alle stampe due demo, “…Make This World Burn” e “The Age Of Darkness”, pubblicati rispettivamente nel 2003 e nel 2004. Ora, a dieci anni di distanza dalla loro ultima fatica, dopo lo scioglimento e la successiva reunion, ripropongono alcune canzoni del loro repertorio, con un ep indipendente in formato digitale, intitolato come il loro secondo lavoro. Siamo di fronte ad un disco di puro e semplice satanic black metal, con tutti i limiti ed i pregi che questo filone porta con sé, quando viene seguito così alla lettera. Un sound grezzo (che si rifà ai classici stilemi nordici della seconda metà degli anni novanta, Urgehal su tutti) incornicia pezzi molto veloci e brutali, devoti alla vecchia scuola, e che concedono pochissimo alla melodia: qualche rallentamento appesantisce i passaggi più sulfurei mentre brevissimi assoli dal sapore thrash fanno la loro apparizione qua e là. L’ugola demoniaca del singer Deimous Nefus declama liriche blasfeme ed anticristiane, nel senso più becero del termine. Insomma nulla che non si sia già sentito migliaia di volte, eppure i fans di questo sottogenere non potranno che essere soddisfatti dall’aggressività morbosa ed oscura che trasuda da questa manciata di canzoni crude e feroci. Considerando che si tratta di un gruppo che tenta di ripresentarsi sulla scena dopo una lunga assenza, il risultato non è completamente disprezzabile: una discreta epitome di clichés abusati ma tutto sommato ancora efficaci.
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