Quarta fatica sulla lunga distanza (successiva a “II” e “Sentinel”, pubblicati rispettivamente nel 2007 e nel 2012) per il progetto greco Spectral Lore, one man band dietro la quale si cela il mastermind e factotum Ayloss, “III” è un poderoso album di quasi novanta minuti complessivi di durata, che esce per la nostrana I, Voidhanger Records in lussuosa edizione digipack, diviso in due sezioni (“Singularity” e “Infinity”). Siamo al cospetto di un ambizioso lavoro di black metal dal sapore progressivo, un elegante e ricco arazzo lirico e musicale, che si svolge come un lungo viaggio tra i territori lussureggianti della fantasia, in scenari bizzarri come quello raffigurato sulla cover, opera di Roger Dean. La quantità di variazioni e di suggestioni stilistiche presenti nell’album è decisiva nell’infondere all’opera un’impronta avantgarde, che non riesce però mai fastidiosa e non si tramuta in uno sfoggio di tecnica fine a sé stesso: l’emozione è infatti sempre in primo piano e l’intento del compositore ellenico, quasi un novello Omero, sembra proprio essere quello di voler attrarre l’ascoltatore nel proprio universo paradossale e mitologico. Gli ultimi Blut Aus Nord o i Midnight Odissey potrebbero costituire una valida pietra di paragone ma la musica di Spectral Lore è davvero multiforme e non catalogabile in categorie predefinite: su una base che resta solidamente black, si spazia dal doom al post rock, dall’ambient al prog di matrice settantiana (ascoltare per credere la strumentale “Drifting Through Moss And Ancient Stone”), dalla musica classica al folk, con ampio uso di strumenti come violino, violoncello, arpa, clarinetto e pianoforte, perfettamente amalgamati con quelli tradizionalmente metal. I cambiamenti di umore dell’autore vengono trasmessi a chi fruisce dell’opera senza schermo e senza esplorare soltanto i consueti sentimenti – rabbia, dolore, odio, tristezza – che normalmente trasudano dal metallo nero. Qui si parla infatti di ricerca esistenziale, di scoperta di sé e di affermazione del proprio potenziale. Il lavoro chitarristico svolto da Ayloss, merita un elogio particolare per la grande efficacia sia delle parti più tumultuose ed epiche che dei momenti più meditativi, tradendo forse a tratti qualche eccessiva complessità derivante dalla tracimante esuberanza creativa del nostro. Certo ad alcuni potrà sembrare eccessivamente pretenzioso ma, se riuscirete a porvi sulla giusta lunghezza d’onda, sarà un piacere lasciarsi trasportare nei labirinti splendidamente intricati e densi dipinti dalle note di questo lavoro, sicuramente il migliore nella pur valida discografia degli Spectral Lore.
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