Molto buono questo mini cd d’esordio per i tedeschi Odal (infernale trio formato da Taaken alle chitarre ed alla voce, Wolfhetan al basso e Grroll alla batteria) editi dalla loro connazionale Christhunt Production, che propongono un oscuro black metal assai minimalista nei suoni e nel songwriting, nobilitato però da un tocco epico e pagano ben reso anche senza l’ausilio di tastiere, cori o clean vocals. La musica dei Nostri è accostabile a tratti ad alcuni pezzi più ragionati dei Nachtfalke, in altre situazioni sembra invece riprendere atmosfere care ai Lunar Aurora più selvaggi, pur non raggiungendo la genialità di quest’ultimi e senza alcun tipo di tentazione sinfonica. Nulla di particolarmente originale, intendiamoci, ma quello che suonano gli Odal lo suonano bene, con attitudine e passione. I riffs sono accattivanti ed il feeling che sprigiona dalle composizioni è sulfureo e decisamente tetro. Ottimo l’incipit, cadenzato e marziale, della titletrack che apre le danze, per deflagrare poi in un turbine primitivo di black grezzo e veloce ma dal chiaro sapore epicheggiante. Quest’atmosfera di misteriosa antichità si mantiene costante anche nelle altre songs, nelle quali il gruppo è abile nell’alternare con maestria parti di devastante potenza ad altre, maggiormente rallentate, cariche di pathos e sofferenza. La voce è abbastanza canonica ma ben impostata e la produzione è esattamente quella che ci si potrebbe aspettare per un’opera del genere: gracchiante ed artigianale (a volte purtroppo con dei fastidiosi alti e bassi che disturbano l’ascolto). In definitiva quindi un prodotto più che sufficiente, che certo non sfigura in ambito underground, anche se la durata piuttosto esigua non permette di dare un giudizio completo. Li attendiamo fiduciosi alla prova sulla lunga distanza, godendoci per ora questa manciata di canzoni pregne d’odio e nere come la pece.
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