I Naer Mataron non sono certo gli ultimo arrivati. Attivi dal lontano 1994, disco dopo disco, i nostri hanno acquisito una visibilità sempre crescente, dapprima nel panorama black metal della loro terra d’origine, la Grecia, e poi a livello internazionale, pur restando sempre fedeli ad un’attitudine fieramente underground. La band può contare oggi sull’appoggio della potente Season Of Mist e sulla presenza in pianta stabile nella line up di due “pezzi da novanta” quali Vicotnik dei DHG nelle vesti di singer e Henrik Nordvargr Björkk, fino a poco tempo fa mente e motore degli MZ412, alle tastiere. Con questo “Praetorians” il combo ellenico è giunto alla sua quinta fatica sulla lunga distanza, percorrendo un sentiero che l’ha condotto ad allontanarsi progressivamente ma inesorabilmente dall’approccio epicheggiante degli esordi, per accostarsi a sonorità molto vicine alla scuola norvegese dei primi anni novanta. Se in “River At Dash Scalding” (che, a mio avviso, resta il miglior lavoro del gruppo) l’equilibrio tra l’elemento più propriamente true black metal ed il feeling “pagano” era praticamente perfetto, in questo lavoro, che costituisce l’ideale prosecuzione del suo predecessore “Discipline Manifesto”, il riffing deve più di un’ispirazione ai vari Darkthrone e Gorgoroth, mentre il drumming quasi sempre furioso e devastante, non può che riportare alla mente i fasti dei primi Immortal. Non si può certo dire però che i Naer Mataron siano una mera band clone. I nostri sono infatti in grado di personalizzare la loro proposta con spunti di classe che riprendono quelle atmosfere arcane, sulfuree e macabre tipiche del black metal greco e mediterraneo in generale, strizzando l’occhio ai vecchi Rotting Christ e Necromantia e mantenendo tuttavia queste influenze entro i limiti rigidi (e per questo talvolta ripetitivi) di pezzi veloci e d’impatto, costruiti per far male. Certamente non si tratta di un’uscita epocale ma di un album ben concepito e ben suonato, partorito da un gruppo onesto e capace di dire la sua con autorevolezza nell’affollata scena estrema attuale. Consigliato.
