Quinta fatica sulla lunga distanza per i francesi Otargos (“caprone” in greco antico), “Apex Terror” è un disco che mette in mostra una certa complessità compositiva, volgendo lo sguardo senza troppi patemi e sentimentalismi alla modernità ed alla tecnologia, come del resto anche le precedenti opere dell’ensemble transalpino. Benchè personalmente sia legato a sonorità di stampo più tradizionale, bisogna ammettere che il risultato finale è soddisfacente e non potrà deludere gli amanti degli estremismi meno ortodossi. La band capitanata dal mastermind Dagoth (unico membro presente in pianta stabile fin dalla fondazione del gruppo) con questo lavoro realizza una decisa virata stilistica ed ingloba nel proprio sound massicce suggestioni death oriented, che chiamano in causa soprattutto gli ultimi Behemoth, unite ad un pronunciato piglio industrial, che invece riporta alla mente gruppi come The Amenta, Zyklon e Myrkskog. Anzi, si può affermare con sicurezza che il retaggio black metal, che ancora caratterizzava gli esordi della band, sia praticamente scomparso, soppiantato da suoni futuristici e da una produzione asciutta, potente e dinamica. Non mancano qualche passaggio a vuoto e momenti interlocutori ma alcuni pezzi funzionano piuttosto bene, come la terremotante “For Terra” e la plumbea e soffocante “Aftermath Hyperion”. Non aspettatevi comunque audaci ed eccessivi sperimentalismi: gli Otargos tutto sommato giocano sul sicuro e nella loro evoluzione non si spingono oltre i sentieri noti, tracciati oltre vent’anni fa dai Fear Factory, insistendo sostanzialmente sul connubio tra ferocia esecutiva e parti più muscolari e granitiche. Difficilmente “Apex Terror” diventerà un classico del genere ma un ascolto lo merita senz’altro.
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