Quinta fatica sulla lunga distanza per i tedeschi Aeba, black metal band non di primo pelo (i nostri sono infatti attivi sin dai primi anni novanta) che tuttavia non è mai riuscita a compiere il fatidico salto di qualità né a livello commerciale né a livello prettamente artistico. I nostri infatti, anche con questo “Kodex V” confermano il loro status di gregari di lusso, sfornando un platter sotto molti aspetti pregevole, ma che non riesce a sollevarsi al di sopra di una dignitosa sufficienza. In quest’album troviamo pezzi ben calibrati e suonati con dedizione tangibile, che tuttavia non lasciano il segno come dovrebbero: i nostri propongono un black freddo e marziale, dal riffing secco e lineare che può rimandare ai primissimi Emperor, quelli dell’omonimo ep e di “Wrath Of The Tyrant”, condito con qualche influenza sinfonica che non diviene però mai predominante; non manca qualche passaggio più magniloquente e arioso, vicino a certo black melodico di scuola svedese. Una formula senza dubbio interessante, anche se non particolarmente originale, che però viene ripetuta pedissequamente per tutta la durata del lavoro, finendo inevitabilmente per perdere di mordente già dopo quattro-cinque pezzi. Forse un minutaggio più contenuto avrebbe giovato a questo “Kodex V”, che si dilunga per oltre un’ora; i brani sarebbero stati senza dubbio più compatti ed incisivi. Se avete voglia di scoprire un gruppo dalle coordinate stilistiche abbastanza differenti rispetto a quelle canoniche delle band che popolano l’underground estremo tedesco, date comunque un ascolto agli Aeba. Con tutte le riserve del caso.
