Degli Stormfrost so soltanto che sono una band trevigiana composta da quattro elementi, non essendo ancora on-line il loro sito ufficiale per il momento non ho altre informazioni. Presumo che questo “Sons Of The Hate” sia il loro primo demo. Inizio elogiando l’estetica molto professionale dell’album, nonostante quello che poi conta sia la mera musica, devo dire che l’artwork nella sua interezza è curato davvero nei minimi dettagli. Tornando appunto alla musica, i nostri ci propongono un black metal molto canonico intervallato a parti acustiche e di sinth. Queste ultime, poste anche come intro e outro dell’album, sono particolarmente evocative e conferiscono al lavoro una venatura malinconica. Il disco è composto, a conti fatti, da tre songs. Devo dire che la title track mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca, sicuramente è un pezzo molto classico nella forma, ma allo stesso tempo denota un songwriting non perfetto, alcuni passaggi sono un po’ forzati e i riff a volte banali. Fortunatamente gli Stormfrost si riprendono pienamente con la successiva “Total Black Thought” che, aperta da un arpeggio di chitarra acustica, mostra una carica e un’epicità impressionanti. Molto convincente l’inizio melodico e cadenzato che fa da preludio alla seconda parte della song, veloce, che mette in evidenza un guitar work finalmente convincente ed incisivo. “True Black Metal” è un po’ una via di mezzo tra i primi due pezzi, comunque si lascia ascoltare tranquillamente continuando a proporre un chiaro black di matrice norvegese. A livello di registrazione il demo si attesta su livelli buoni, suoni di chiaro stampo black che, però, mantengono una nitidezza che riesce a non far apparire la musica confusionaria. Le chitarre hanno un suono gelido ed impastato, anche se ancora non pienamente potente. Anche la batteria è registrata particolarmente bene, nota importante visto che il drumming è preciso. In conclusione, gli Stormfrost hanno le capacità per eliminare completamente le imperfezioni presenti su questo “Sons Of The Hate”. Dovrebbero puntare ad enfatizzare le convincenti parti melodiche ed acustiche e, allo stesso tempo, cercare di rendere più omogeneo il guitarwork con la sezione ritmica. Non mancano elementi positivi, buona parte del minutaggio si è dimostrato valido e produzione ed artwork non fanno che conferire al demo una professionalità non indifferente. Considerando questo “Sons Of The Hate” come punto di partenza per gli Stormfrost, credo che il futuro possa farci aspettare delle belle sorprese dai nostri, soprattutto se riusciranno a dare un maggiore tocco di personalità alla loro musica. Per adesso gustiamoci questo interessante debutto.
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