I finlandesi Gloomy Grim, nonostante siano attivi dal 1995 ed abbiano dato alle stampe ben cinque full length, non sono mai riusciti a produrre musica che non risultasse assai banale, scolastica e poco personale. Questo “Under The Spell Of The Unlight” purtroppo non inverte la tendenza al riciclaggio e alla copiatura di idee altrui che pare connaturata alla band in questione e che si deve considerare ormai irreversibile. I nostri si limitano infatti a riproporre stancamente quelle sonorità sinfoniche che nel corso degli anni novanta furono portate ad altissimi livelli di qualità artistica, ed in alcuni casi anche al successo commerciale, da gruppi quali Dimmu Borgir, Old Man’s Child, primi Gehenna e Catamenia, mettendo in mostra una paurosa carenza di ispirazione che si traduce in brani vuoti, scarichi, privi di mordente e di atmosfera. Dispiace constatare come un gruppo che condivide almeno due membri con i superbi Barathrum abbia potuto partorire un album di tale pochezza, ma dando una rapida scorsa alla discografia dei Gloomy Grim ci si rende conto di come, con esclusione del dignitoso “Written In Blood” del 2001, i nostri abbiano sempre prodotto lavori francamente noiosi e trascurabili. Impossibile quindi aspettarsi qualcosa di diverso da “Under The Spell Of The Unlight” rispetto agli standard consueti del gruppo: forse i più accaniti sostenitori del black di classico stampo sinfonico troveranno piacevole l’ascolto di pezzi come “September – Invoking The Flames (Burn, Burn, Burn)” e “July – Cold Fingers”, ma davvero sfido chiunque a scovare in quest’album spunti interessanti che vadano al di là del mero mestiere (peraltro l’unica “qualità” che impedisca al disco di naufragare completamente). Bocciati senza appello.
