In questo disco, esordio sulla lunga distanza per i nostrani Oltretomba, “non troverete nulla di moderno né raffinato, bensì sarete allietati da blasfemie gratuite, eccessi, sfrontatezza, menefreghismo, vomito, ignoranza, resti umani”. Questo l’invitante proclama estetico della band abruzzese – nata come solo project di L.D. (già negli Athanor) ed ora un duo del quale fa parte anche Falco (Frentrum, Malanoctem) – di recente protagonista sul palco per la quinta edizione del Faust Extreme Fest in compagnia di nomi del calibro di Venom ed Archgoat. Ed in effetti la recensione potrebbe anche non proseguire oltre: “The Death-Schierati Con La Morte” manderà in visibilio tutti i molti aficionados delle sonorità ortodosse e tradizionali più marce e putrescenti. Personalmente rientro senz’altro nella schiera degli estimatori: ho sempre apprezzato le sonorità retrò (ed infatti gli Oltretomba definiscono con una certa ironia il proprio sound come “retro-garde metal”) e l’attitudine “true primitive narrow-minded”, per dirla con Nattefrost. Gli Oltretomba sono maleducati ed arroganti e la loro musica si lascia ampiamente influenzare da gruppi come Hellhammer, Treblinka, Celtic Frost, Old Funeral, Morbid e compagnia old school, strizzando volentieri l’occhio ai nuovi (vecchi) Darkthrone. Come la band di Fenriz e Nocturno Culto, anche i nostri infatti volgono il loro sguardo esclusivamente al passato, andando alla ricerca delle radici più profonde ed oscure del metal estremo e lo fanno infondendo ai loro pezzi un’aura diabolicamente rituale e magica come nella miglior tradizione italiana (Mortuary Drape, Necromass, primi Opera IX) e, soprattutto, senza porsi limiti di genere troppo stretti: in questo album le nervature black metal vanno a braccetto con esplosioni thrash/punk e con rigurgiti death metal, specie per quanto riguarda il cantato rauco e gutturale, come accadeva nei primi anni ottanta, quando nel calderone dei vari estremismi sonori rientrava un po’ di tutto, senza eccessivi patemi o esasperati dogmatismi. Salvo qualche caduta di tono, questo disco è un bel pugno nello stomaco: se i vostri cuoricini neri battono per l’extreme metal più classico e fedele alla linea, fate vostro questo lavoro senza esitazione e non ne rimarrete delusi
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