Ihsahn, noto a tutti per la sua militanza negli Emperor, dopo aver messo su i Peccatum, torna sul mercato col suo primo disco solista. “The Adversary”, così si chiama l’album, non presenta particolari tracce di black metal. L’ex Emperor qui suona tutti gli strumenti ad eccezione della batteria. Quello che ci viene proposto è un extreme metal progressivo, condito da pesanti dosi di orchestrazioni e supportato da vocals che si alternatro tra pulito e screaming. Una proposta che non si discosta poi tanto dall’ultimo ed insipido Emperor, quel “Prometheus” che fece capire agli imperatori che era ora di scendere dal trono del black. Da evidenziare, però, una qualità globale superiore al succitato “Prometheus”. Immediatamente si notano due aspetti, un pregio ed un difetto del disco. Il pregio è la buona ispirazione, che si evince dal songwriting articolato e ricco di sfumature. Purtroppo spesso il tutto sembra qualcosa di già sentito, una degenerazione di soluzioni stilistiche già proposte. L’impressione suggestiva data dalla complessità dei brani viene un po’ smorzata da un filo conduttore che a volte si perde nel vuoto, facendo sembrare alcune divagazioni progressive fini a sé stesse. In parole povere avrei preferito maggiore semplicità ed efficacia alle molte divagazioni alla Dream Theater ma evidentemente va di moda sfoggiare ai quattro venti le proprie doti tecniche anche quando non serve. La produzione esalta la nuova veste stilistica, risultando pulita e cristallina; le parti più tirate e violente sono danneggiate da questa soluzione che, in compenso, giova alla maggior parte del minutaggio di “The Adversary”. Il disco è intricato, momenti molto riusciti e trascinanti si alternano a stralci meno incisivi. Che altro dire? Un disco indubbiamente impeccabile da svariati punti di vista, peccato che molte sfumature Ihsahn (che qui si esibisce in una prestazione alle vocals ottima) le abbia lasciate per strada. Numericamente è difficile giudicare l’album, non saprei che metro di giudizio utilizzare per una proposta simile. Per chi vuole una proposta del tipo che ho appena descritto “The Adversary” è lì che aspetta, in fondo è un discreto album. Per chi invece cerca un disco di black incontaminato e senza compromessi consiglio di stare alla larga dalla nuova proposta di Ihsahn, che in fondo è un lieve miglioramento di qualcosa di già detto in maniera meno composta molti anni fa. Mi chiedo solo se davvero servisse un disco riassuntivo che, a conti fatti, dà solo l’impressione di essere una fredda ed articolata riproposizione di soluzioni già più volte adottate.
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