Gustoso split edito dall’etichetta coreana Fallen Angels Productions, forse poco conosciuta dalle nostre parti ma molto attiva nel promuovere le realtà underground dell’estremo oriente, questo “Region Of The Underworld” vede coinvolti quattro gruppi, stilisticamente piuttosto diversi tra loro ma uniti sotto la bandiera dell’intransigenza e di un’attitudine senza compromessi. Ad aprire le danze sono i brasiliani Catacumba, quartetto con all’attivo un full length (“Kratos” pubblicato nel 2010) e dedito a sonorità black/death metal di stampo squisitamente sudamericano. I nostri tuttavia al massacro bestiale prediligono atmosfere rituali e soffocanti, tanto che è spontaneo accostarli, specie nei passaggi più rallentati e doomeggianti, ai ben più noti Incantation. Seguono i giapponesi Abigail, leggenda black/thrash del paese del Sol Levante, che colpiscono in pieno volto l’ascoltatore con quattro pezzi infernali – due dei quali registrati live a Sapporo nel 2012 – che definire di matrice bathoryana sarebbe un eufemismo: chi li segue da tempo non potrà che apprezzare il loro “street metal” (come lo definisce il leader Yasuyuki Suzuki) a base di sesso, satana e yakuza. È quindi la volta dei Taekaury, one man band coreana dietro la quale si cela il mastermind Heukmae, di recentissima formazione ma con già alle spalle l’album di debutto “Spirit Of Koguryo”, dal quale sono tratti i pezzi presenti in quest’opera. Lo stile di questo solo project potrebbe essere definito come una sorta di black/punk dalle accentuate venature industrial; canzoni violentissime ma in grado di dare corpo ad un’atmosfera morbosa ed oscura: davvero una piacevole scoperta. A chiudere i giochi sono i nostrani The True Endless. L’attivissima band piemontese – nella quale, accanto ai membri storici M. e Soulfucker, è di recente entrato in pianta stabile alla batteria Algol (Forgotten Tomb) – propone due nuovi pezzi ed una cover dei norvegesi Beastcraft. Si tratta di brani sulfurei e macabri, con immancabili rimandi ai vecchi Mayhem e con un piglio “true & raw” che sembra rievocare i primi lavori del gruppo italiano, allontanandosi in certa misura dall’epicità malefica delle ultime produzioni (soprattutto “1888 From Hell” e l’ultimo “Legacy Ov Hate”). Tra sorprese e conferme di vecchie conoscenze, questo split risulterà senz’altro interessante per tutti i cultori dell’underground, senza barriere internazionali e preconcetti derivanti dalla provenienza geografica.
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