Benché oggetto di feroci critiche da parte di molti fedelissimi della vecchia scuola, gli ultimi Satyricon – quelli di “Volcano” e “Now, Diabolical” per intenderci – hanno fatto numerosi proseliti nel corso degli ultimi anni. È il caso dei cagliaritani VIII, duo formato da Drakonem (voce, chitarra, basso) e Mark (batteria), che con questo “Drakon”, pubblicato in collaborazione tra Metallic Media e Black Plague Records ed in edizione limitata a cinquecento copie, approda all’esordio sulla lunga distanza, dopo aver dato alla luce un demo ed un ep con il nome di Division VIII. La band sarda recupera infatti suggestioni provenienti dalle più recenti produzioni discografiche di Satyr e Frost – ma anche Khold e Bloodline rientrano tra le loro influenze – e ci propone un black metal lineare, giocato su ritmi cadenzati e quasi ipnotici e costruito su un riffing quadrato e marziale. Questo è il canovaccio stilistico che caratterizza l’intero album ed è evidente soprattutto nella sua prima parte, dove pezzi come l’opener “Ode To Qayin” e la successiva “Chalice With Blood Poisoned By Snake Bite” risultano davvero efficaci e trascinanti. Con il procedere dei minuti il gruppo tuttavia stacca progressivamente il piede dall’acceleratore e si lancia nell’esplorazione di territori più vicini al death/doom, dando prova di una certa personalità e della capacità di diversificare con disinvoltura i propri riferimenti compositivi. Canzoni come “In Utero Matris”, la title-track e la conclusiva “Descending The Abyss”, con i loro passaggi paludosi ed i loro rallentamenti soffocanti, strizzano l’occhio in più di un’occasione a Incantation e Abysmal Grief e danno corpo ad un feeling occulto e rituale veramente da brividi. “Drakon” è quindi un lavoro sufficientemente variegato, che piacerà a chi ama il black più basico ma non disdegna sonorità decisamente più cupe e soffocanti. Peccato soltanto per una produzione che a tratti affossa eccessivamente i suoni. Gli VIII si dimostrano comunque maturi e convincono in pieno al loro debutto, andando ad ingrossare le fila delle realtà interessanti che popolano il sottobosco underground nostrano.
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