Undicesimo disco per gli Impaled Nazarene, che ormai girano nei nostri lettori da oltre vent’anni. “Road To The Octagon”, dopo alcuni album non del tutto convincenti, rappresenta una ventata di aria fresca e radioattiva per la musica di Mika e soci. Il disco è veloce e molto più metal che rock. La base compositiva è riconducibile ad un thrash immediato e sempre molto sostenuto nei ritmi. Inoltre ci sono alcune canzoni decisamente black metal oriented, come “Tentacles Of The Octagon”, che sembra una vecchia canzone dei Marduk. Le vocals di Mika ci mostrano un cantante in ottima forma, che riesce a essere graffiante e versatile. Diciamo che l’unico difetto che posso rintracciare in “Road To The Octagon” è la mancanza di quell’atmosfera oscura e dissacrante che caratterizzava diverse opere dei nostri, a favore di un suono più pulito e brillante, che un po’ ricorda il thrash di scuola svedese, tipo Terror 2000 e simili. Il bello del disco invece è la sua inarrestabile furia priva di compromessi, che si lancia a velocità folli dall’inizio alla fine, senza soste significative. Non posso indicare un brano in particolare, in quanto sono tutti dotati di piccoli particolari che li contraddistinguono, mantenendo però una linea guida coerente con il concept stilistico dell’album, che comunque non esclude qualche deriva raffinata nel guitar work. “Road To The Octagon” non è certamente un capolavoro, ma si lascia ascoltare con piacere e soprattutto non stanca per il suo dinamismo, per la sua forza, per il suo impatto. Gli Impaled Nazarene non saranno più quelli di un tempo, ma sanno ancora come far male.
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