I francesi Seigneur Voland si presentano con un mini cd, edito dalla connazionale Aura Mystique, di black metal assai scontato di chiara matrice NS che ben poco ha a che spartire con quanto di buono prodotto dalla scena transalpina contemporanea (a mio modesto parere, attualmente, forse la più valida ed interessante a livello mondiale). Il mini in questione altro non è che la ristampa del medesimo uscito originariamente nel luglio del 2000 ed evidentemente non più disponibile. La musica che ci propinano i quattro musicisti che compongono questa band (Xaphan alle voci, L.F. alle chitarre, Rimmon alla batteria e Rost al basso) è sì rozza e violenta quanto basta per torturare a dovere i nostri padiglioni auricolari, ma al tempo stesso manca completamente della personalità indispensabile per emergere dal sovraffollato calderone underground e si presenta come eccessivamente piatta e derivativa, denotando a tratti un’evidente confusione compositiva e, purtroppo, un’altrettanto evidente pochezza di idee e soluzioni tecniche di un certo rilievo. In particolare le prime tre tracce appaiono assolutamente monocordi e ripetitive, i (pochi) riff si somigliano in modo preoccupante e la batteria non offre cambi di tempo degni di nota e mantiene lo stesso andamento in tutti e tre i pezzi. Qualche spunto interessante i Nostri lo mettono in evidenza nella quarta song “Sur les ruines et les cendres de Sion”, dove fa bella mostra un “coro” iniziale cantato con voce pulita che, quanto meno, spezza la noia che fino a quel momento regnava sovrana. Paradossalmente l’episodio più riuscito di questa release pare essere l’outro “Agonie”, composta, stando alle note del booklet, addirittura nel lontano 1995, una sorta di lunga suite dark ambient assai cupa ed atmosferica che procura piacevoli sensazioni di disagio all’ascoltatore e che vede la partecipazione alle additional vocals di Metatheos dei Blessed In Sin. Anche la cover è molto bella e suggestiva, ma è troppo poco in confronto agli aspetti negativi di questa prova mal riuscita, ai quali di deve aggiungere anche una pessima produzione che soffoca la voce (a tratti praticamente inudibile) e non riesce a dare il dovuto risalto al suono dei diversi strumenti, creando un pastone sonoro di ardua digestione che sicuramente penalizza il sound generale del gruppo. Tirando le somme tuttavia non tutto sembra da buttare: la band con qualche idea in più e con una produzione migliore potrebbe in futuro regalarci qualcosa di buono.
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