Tornano gli Helheim, a distanza di tre anni dal precedente album, con questo “The Journeys And The Experiences Of Death”. Il black proposto dai nostri ormai da un po’ di tempo a questa parte è sporcato da chiare influenze death/viking: le chitarre lavorano molto e dipingono variegate sfumature, comprensibili bene solo dopo alcuni ascolti, e sono sorrette da una sezione ritmica statuaria, come il viking impone. Davvero catacombale, freddo ed oscuro il sound, molto riuscito rispetto ad alcune produzioni troppo brillanti per il genere. Tutto si sposa alla perfezione con il concept sulla morte, dalla copertina al suono, attraverso un disco sicuramente dotato di molteplici sfaccettature. Non mancano i momenti più ricercati e la sovrapposizione delle due chitarre permette di creare soluzioni intricate e corpose. Presenti inserti di tastiera marginali, rari guitar solos e divagazioni acustiche, oltre al prevalente e brutale muro sonoro. Quindi buona maturità stilistica e grande personalità per un album che riesce a trascinare ed a risultare gradevole nel complesso. Forse non il miglior lavoro degli Helheim ma sicuramente un disco consigliato agli amanti del viking più oscuro e ricco di sfumature.
