I Dimholt sono una band bulgara, proveniente per la precisione dalla capitale Sofia ed attiva dal 2003, che prende il proprio nome dal celebre “bosco oscuro” di tolkeniana memoria. Questo “Liberation Funeral” è la loro prima fatica sulla lunga distanza, autoprodotta in formato digipack, e contiene alcuni pezzi nuovi ed altri già pubblicati nel demo d’esordio “Aegri Somnia” e nel successivo ep “Live Somnia”. La band definisce il proprio sound come “psychedelic black metal”: siamo in realtà di fronte ad un lavoro che riprende i classici stilemi del black metal di matrice scandinava – freddo, tagliente, ruvido – condendoli con dosi di death metal ed influenze melodiche che sembrano derivare da gruppi come Dissection, Lord Belial e Necrophobic. Il tutto con un approccio moderno, specie per quanto riguarda la produzione, potente e pulita. A tratti il disco scorre davvero piacevolmente, soprattutto nella parte centrale, dove “Black Horizon” e “In Tombs” – due lunghi episodi di oltre sette minuti di durata ciascuno – con i loro cambi di tempo ben calibrati, danno prova della capacità della band di costruire canzoni che funzionano ed in grado di catturare immediatamente l’attenzione dell’ascoltatore. Ed è proprio l’insistita alternanza tra parti furiose e violente e momenti più meditativi ed atmosferici, tenuti insieme da arrangiamenti progressivi, a caratterizzare tutte le composizioni, che si reggono su questa formula standard, purtroppo non sempre sostenuta da un’ispirazione all’altezza e talvolta eccessivamente ridondante nella riproposizione di sé stessa. Il cantato del singer Asen Hristov è orientato decisamente verso lidi death e, pur essendo un ringhio irruento e feroce, risulta in molte occasioni troppo piatto e poco espressivo. Vi è comunque più di uno spunto di interesse in questo full length d’esordio: i Dimholt, con il loro mix di stili tecnicamente ineccepibile, potrebbero piacere in particolar modo ai sostenitori del black metal più evoluto e sofisticato.
