I Common Grave, combo originario del Nord Est italico, giungono all’agognato debutto sulla lunga distanza, sotto l’egida della Eerie Art Records, dopo il demo “Memories” pubblicato nel 2005. “Il Male Di Vivere” è un concept incentrato sul tema dello spleen, dell’inquietudine e del malessere esistenziale, costruito come un’unica suite di oltre un’ora di durata, divisa in otto episodi. I nostri propongono un black metal arioso, melodico ed atmosferico, con forti venature dark. I brani sono mediamente molto lunghi (circa otto-nove minuti, salvo “Memories” di oltre dodici minuti) e sono legati tra loro da tenui e flebili arpeggi di chitarra acustica. I pezzi sono decisamente articolati, caratterizzati da un riffing complesso, e attraversano diversi stati emotivi, dalla furia disperata alla grigia nostalgia, tutti accomunati da un senso di pesantezza e di malinconia ben rappresentato dal freddo verde autunnale che domina l’artwork. Il songwriting è in equilibrio tra un black lento ed avvolgente e sonorità doom e può richiamare in certa misura gli ucraini Drudkh ma sopratutto i vecchi Katatonia e i Deinonychus. Lavori come “Dance Of December Souls” e “The Weeping Of A Thousand Years” devono essere stati ben presenti ai membri dei Common Grave, anche se l’approccio dei nostri è più progressivo e avanguardistico e ricorda, in certa misura, gli ultimi Emperor. Da citare le pachidermiche e fangose “No Turning Back” e “For A Dead Person”, oltre alla strumentale “Union Of Sorrows”, che a livello di feeling mi ha molto ricordato l’analoga parentesi acustica proposta dai Death in “The Sound Of Perseverance”. Unico difetto di questo album è l’eccessiva monoliticità e insistenza sulle medesime soluzioni: una maggior varietà, con qualche passaggio veloce in più, ed una maggiore compatezza avrebbero certamente giovato alla riuscita finale di un’opera che ci consegna comunque un gruppo con buone idee e ottime capacità tecniche. Un’ulteriore conferma dello stato di forma della scena nostrana.
