La Perverted Taste ci delizia regalandoci in un’unica lussuosa confezione digipak le prime testimonianze di quel genio musicale di nome Hoest, qui per l’occasione splendidamente coadiuvato dal suo compagno di malefatte Svartulv alla batteria e da altri session, unendo in un solo cd ben quattro tra demo e sette pollici della creatura Taake e della prima incarnazione degli incubi sonori di Hoest, Thule. Si parte con il 7” EP “Koldbrann i jesu marg”, del 1996, che ci presenta i Taake già al top della loro forma, con composizioni lunghe ed articolate, pregne di quell’aura malefica e gelida che solo i norvegesi riescono magistralmente a creare. Sembra quasi di respirare il gelido vento del nord che si insinua tra le carni come una creatura subdola ed inarrestabile. La sensazione di freddo e disperazione è magnificamente resa dalle chitarre, che si intrecciano in un vortice di buio assoluto, e dalla voce, “raschiata” e lontana, il rantolo agonizzante di un demone dei ghiacci che cerca di placare la sua sete di sangue prima di morire. Si prosegue con la demo “Manndaudsvinter”, risalente al 1995: due songs piene di odio e distruzione, nelle quali la sensazione di putrido gelo e di morte che avanza è ancora una volta predominante, nonostante la registrazione alquanto artigianale lasci molto a desiderare e renda piuttosto faticoso l’ascolto (la voce specialmente sembra scomparire quasi del tutto). È quindi la volta della demo del 1994 “Omfavnet av svarte vinger” del progetto Thule, nel quale, in embrione, sono già presenti tutte le caratteristiche che renderanno grandi i Taake: songs possenti ed articolate, ruvide e marce quanto basta, ma allo stesso tempo epiche nella loro maestosità e potentemente evocative ancora una volta grazie all’ottimo guitar work ed alla mai troppo osannata voce di Hoest paragonabile, a mio avviso, soltanto a quella utilizzata dagli Emperor nel capolavoro “In the nightside eclipse”, una sorta di strumento tra gli strumenti, un urlo disumano di gelida morte. Chiude il cd la demo “Der vinterstormene faste”, del 1991. Anche qui la registrazione è scarsamente professionale ma le songs sono sicuramente apprezzabili. Hoest è un personaggio schivo, un vero emblema del black metal, poco interessato all’immagine e molto alla sostanza, la cui multiforme ispirazione musicale è eccelsa ed indiscutibile e prova ne saranno i due successivi albums dei Taake, vere e proprie pietre miliari del genere. In questo lavoro l’immensa classe del Nostro è già tutta percepibile. Un plauso ad Hoest quindi ed un plauso alla Perverted Taste che ci mette a disposizione questa perla di ghiaccio maligno proveniente dal Grande Nord: abbandonatevi alla tormenta e lasciate che le vostre anime si perdano per sempre negli infernali gorghi del Maelstrom!
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.