“De Contemplanda Morte”, sottotitolo “De Reverencie Laboribus Ac Adorationis”, è il full length di debutto degli svedesi Mortuus, duo che vede tra le sue fila la partecipazione di membri di Ofermod e Ondskapt. Lo stile musicale e lirico dei nostri non è molto distante da quello dei gruppi di provenienza e si sostanzia in un black metal ortodosso o “religious” secondo la definizione corrente, condito da tematiche esoteriche con molti richiami alla qaballah ebraica e ad un satanismo colto di stampo filosofico. Il riffing è chiaramente debitore ai Mayhem di “De Mysteriis Dom Sathanas” riletti alla luce della lezione impartita dai francesi Deathspell Omega di “Si Monvmentvm Requires, Circvmspice”; il tutto però si dipana attraverso un guitar work lento e fangoso, vicino in molte occasioni al black depressivo o al doom, fino a sfiorare lidi prettamente funeral, alla Nortt. Indubbiamente l’atmosfera occulta che si respira dall’inizio alla fine di questo lavoro odora di zolfo ed ogni nota è intrisa di feeling macabro e magico, nero come la pece. Quello che davvero manca ai Mortuus è quella scintilla geniale capace di trasformare un disco discreto e onesto in un disco memorabile. Il songwriting infatti è irrimediabilmente derivativo e, alla lunga, eccessivamente monolitico, mentre la prova vocale del singer Tehôm svaria da un growling-screaming piuttosto canonico a parti sibilate alla Attila Csihar, senza mai risultare effettivamente espressiva. Se siete maniaci delle sonorità riconducibili al religious date pure un ascolto a questo disco, oscuro e maligno al punto giusto senza essere un’opera imprescindibile; in caso contrario potrete tranquillamente farne a meno.
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