Primo album (in realtà si tratta della ristampa dell’omonimo demo già pubblicato nel 2006) per i Verzivatar, gruppo proveniente dall’Ungheria e formato dal mastermind Elzeril, che si avvale della collaborazione di Khrul alla batteria, personaggio molto attivo nell’ambito dell’underground del suo paese, una sorta di Hellhammer locale. I nostri sono dediti ad un black metal tradizionale fino all’osso, giocato sull’alternanza tra brani veloci e ficcanti ed altri dai ritmi più rallentati, quasi ai limiti del depressive. Quello cui ci troviamo di fronte è un album scolastico e derivativo, che si lascia ascoltare con piacere ma senza particolari sussulti, e che poco aggiunge ad una scena, quella ungherese, ancora acerba ed involuta rispetto al resto del panorama dell’Europa dell’Est. Le parti più tirate sono accostabili ai connazionali Marblebog e Witchcraft, ma ancora più vicine al classico sound darkthroniano; nei momenti più slow, potenzialmente densi di un mood cupo e tragico che emerge però solo a tratti, si fa invece sentire l’influenza dei Forest Silence, purgata però di ogni reminiscenza pagan oriented. Il riffing non è particolarmente ispirato ed anche lo screaming di Elzeril, dalle tonalità decisamente alte e stridule, risulta tutt’altro che entusiasmante, tanto che, a conti fatti, l’episodio migliore del lotto può individuarsi nella strumentale “Walking Through The Empire Of Eternal Snow” che colpisce, se non musicalmente, quanto meno a livello emotivo. Si aggiunga che la registrazione è piuttosto deficitaria, non perché artigianale o zanzarosa (il che non sarebbe certo un difetto, entro certi limiti), ma perché poco equilibrata e con i bassi fastidiosamente rimbombanti. “In The Shadow Of The Sombre Clouds” è un disco come ne sono usciti a centinaia dai primi anni novanta ad oggi, che può vantare pochi punti di forza e scarsissima longevità.
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