Disco d’esordio per gli Unholy Kill, trio proveniente dalla Repubblica Ceca. “Znameni Hori” è il classico album “tributo” alle sonorità norvegesi dei primi anni novanta, privo della benché minima traccia di originalità, ma colmo di attitudine e dedizione. Una gioia per tutti i maniaci del true black metal, perché i nostri dimostrano anche di saper suonare e di costruire con abilità pezzi carichi di odio e blasfemia, ma anche pregni di atmosfere fredde e notturne, a tratti rituali, ben costruiti e bilanciati, in una parola: efficaci. Qualche sinistra e nascosta melodia può richiamare alla mente Behexen e Sargeist, ma i nostri dimostrano di essere influenzati soprattutto dalla scena raw esteuropea ed in particolare da gruppi quali Silva Nigra, Inferno, Szron. Il riffing resta costantemente secco e tagliente e si accompagna ad un songwriting ultra minimale e assolutamente tradizionale. L’aura di oltranzismo è ulteriormente sostenuta dal classico suono alto e zanzaroso delle chitarre, costantemente in primo piano, così come lo screaming acuto e maligno del singer Arthuur. Resta invece in secondo piano, leggermente soffocata, la sessione ritmica, ed è un bene perché l’utilizzo della drum machine (scelta che non ho gradito) risulta piuttosto fuori luogo in un contesto di questo genere. In ogni caso abbiamo tra le mani un lavoro di onesto underground black metal, un disco come ne sono usciti a migliaia ma che riesce comunque ad essere fresco ed accattivante al punto giusto.
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