Gli Abgott sono una band di origine italiana residente in Inghilterra ed “Artefact of Madness” è il loro terzo full length, arrivato a seguito dell’oscuro e lovecraftiano “Fizala”. Il nuovo disco, diciamolo subito, perde molto dell’alone misterioso ed orrorifico che caratterizzava il precedente lavoro; l’evoluzione della band ha sortito gli stessi effetti negativi che possiamo riscontrare oggi nei nostrani Mortuary Drape. Queste considerazioni arrivano a seguito di una proposta che mostra una produzione forse troppo curata ed alcune soluzioni stilistiche più propriamente riconducibili al death di accezione brutale, made in Usa. Pochi sono i momenti in cui il disco perde di intensità, pochi sono i momenti che manifestano in maniera evidente delle soluzioni oscure e malate. In effetti “Artefact of Madness” presenta troppi tecnicismi fini a sè stessi, troppi assoli pseudo-melodici ed alcune divagazioni progressive non propriamente riuscite. Nonostante tutto sono rintracciabili dei momenti godibili e validi, ma sono molti i fattori che portano a considerare il nuovo full un mezzo passo falso, almeno considerando le aspettative suscitate dalle precedenti uscite del gruppo. E’ altresì vero che la musica sembra un po’ dispersiva anche se il minutaggio effettivo supera di poco i quaranta minuti di durata. “Artefact of Madness” non è da buttare, semplicemente non raggiunge livelli troppo lontani dalla mediocrità. Qualche soluzione stilistica è buona ma il resto della musica mi è sembrato poco coerente. Gli Abgott rimangono, nonostante la visibilità acquistata in questi anni in ambito underground, una band che ancora non riesce a partorire un lavoro che possa realmente lasciare il segno tra le tante uscite odierne. Poco più che sufficienti.
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