Album d’esordio per i Rexor, quintetto proveniente da Firenze, dopo due demo (“Infinite Vis Obscuritas” e “Infernum Dominium”) pubblicati nel corso del 2004. “Ain” è un disco di robusto e granitico black metal di ispirazione svedese, graziato da un riffing rude e tagliente e da una produzione che mette in primo piano il devastante muro sonoro creato dalle chitarre di Andras e Storm. Il songwriting è selvaggio e violento e si pone quale ideale punto d’incontro tra la blasfemia sfrenata di “Heaven Shall Burn… When We Are Gathered” dei Marduk, la primitività infernale di “Lords Of The Nightrealms” dei Setherial e le atmosfere fredde e cosmiche di “Ashcloud” dei Blot Mine. Un bel mix che trova il suo maggior limite, come del resto prevedibile dato lo stile proposto, nella scarsa varietà delle soluzioni adottate dal gruppo nostrano, che indugia forse troppo su up tempo assassini puntando esclusivamente sull’impatto e sulla ferocia. In alcuni casi, quando il riffing risulta maggiormente ispirato, i risultati sono ottimi, come nella terremotante “Antichristi Declaratio” e nella velocissima “Irae”; tuttavia sono di gran lunga preferibili gli episodi relativamente slow, come la plumbea “Alpha Draconis” (che ricorda i vecchi mid tempo targati Dark Funeral) e la sulfurea ed articolata “Tenebrae In Regnum Lucis” (che posa sul riff più riuscito dell’intero lavoro). Un disco che supera abbondantemente la sufficienza e che farà la gioia di quanti nel black metal cercano fiumi di blast beats, drumming forsennato, vocals al vetriolo ed una massiccia dose di intransigenza anticristiana. Nel panorama italico i Rexor si dimostrano agguerriti (certamente superiori ad altre bands dedite al medesimo genere e magari più in vista) e con buone potenzialità. Vedremo cosa sapranno proporci i nostri nel futuro.
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