Secondo full per gli Asag, band svizzera nata nel 2003. “Feuer Zieh Mit Mir” è autoprodotto dalla band stessa e limitato a cinquecento copie. La proposta è influenzata dal thrash, e già dai primi ascolti si nota una certa dinamicità compositiva. Il tiro è su ritmi elevati e, nonostante si respiri un’aria malvagia, il disco è dotato di numerosi cambi di tempo e tante sfumature compositive che, mai dome, conferiscono ai brani varie sfaccettature. La produzione sottotono rende il lavoro delle chitarre cupo e in secondo piano, privo di un’elevata potenza. Ma se dobbiamo giudicare il sound complessivo di questo “Feuer Zieh Mit Mir” non possiamo che definirlo pulito, in quanto dotato di una buona nitidezza globale. Il riffing malvagio e articolato mantiene per tutta la durata del lavoro le sue influenze thrash, e non si può che evidenziare la buona tecnica di tutti i membri della band. Il disco è difficilmente digeribile a un primo ascolto, e per mostrare pienamente la sua struttura complessa necessita di svariate ed attente fruizioni. Ascoltando gli Asag però ci si chiede come una band valida e tutto sommato dotata di un pizzico di personalità non abbia un’etichetta, anche piccola, a supporto. Il black metal esibito dagli Asag è composto da riff malvagi, inquieti, taglienti. Passando per la superlativa e folle “Traumtod”, per “Band Des Verderbens” che è riflessiva e permette all’ascoltatore di riprendere fiato, fino all’acuminata “Es hiess Boule!”, gli Asag confermano padronanza degli strumenti, varietà compositiva e soprattutto un’inattesa personalità. Consigliati.
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