La statunitense Nuclear War Now! Productions continua imperterrita nella sua opera di divulgazione del verbo del black metal più bestiale e blasfemo mettendo sul mercato in formato tape questo demo di debutto dei Blasphamagoatachrist. Nome complicato che nasce dalla crasi tra Blasphemy, Goatpenis e Antichrist, dal momento che la band in questione è formata da membri provenienti da questi tre gruppi, sicuramente non sconosciuti a quanti si abbeverano abitualmente alla fonte impura del metal of death più cavernoso e brutale. Genere del quale i citati Blasphemy (insieme a Beherit e Archgoat) possono considerarsi assoluti capostipiti e maestri e che ha codificato nel corso degli anni le sue regole, musicali, attitudinali e iconografiche, assolutamente ferree, tanto che un prodotto di questo tipo risulta immediatamente riconoscibile fin dai titoli dei pezzi, dagli pseudonimi adottati dai musicisti e dalla copertina, che in questo caso raffigura un caprone (ovvio!) dagli occhi iniettati di sangue. Naturalmente non c’è da aspettarsi nulla di originale: questo “Black Metal Warfare” non è nient’altro che un perfetto compendio di furia e devastazione sonora, che riesce comunque a brillare per la plateale ferocia e l’efficacia con la quale vengono riproposte soluzioni ben note (com’era in effetti lecito attendersi, considerata la lunga militanza sulla scena dei personaggi coinvolti nel progetto). Dopo l’intro dal sapore vagamente tribale, con le consuete distorte evocazioni demoniache, l’assalto frontale indiscriminato parte con “Tyrannic Empire” e fino alla conclusiva “The Final Blood Orgy” (outro a parte) è un continuo attacco alle orecchie dell’ascoltatore, che vengono martoriate a puntino tra i blast beats caotici di T. Antichrist, le devastanti pulsazioni del basso di Sabbaoth, i riff putridi e gli improvvisi, fulminanti assoli di Virrigus Apocalli e le urla nel caratteristico e catacombale growling di Nocturnal Grave Desecrator And Black Winds. Insomma un rituale sanguinario in piena regola, officiato da sacerdoti devoti al più completo nichilismo sonoro, che in questo caso (contrariamente a quanto spesso avviene in lavori di questo tipo) non trascende mai nella cacofonia fine a sé stessa, anche grazie ad una produzione affossata e polverosa ma sicuramente non approssimativa. Non resta quindi che indossare le maschere antigas ed affrontare questa spietata deflagrazione nucleare: per gli amanti di queste sonorità un ascolto è caldamente consigliato; tutti gli altri possono tranquillamente starne alla larga.
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