I Veneficium provengono dal Canada, ed in particolare dal Quebec, e sono attivi dal lontano 1994. Solo oggi però riescono a debuttare sulla lunga distanza a causa di diversi problemi di line up che hanno afflitto a lungo la band, che è tuttora priva di un cantante. La proposta dei nostri si sostanzia in un black metal sinfonico possente e oscuro, ispirato al periodo d’oro del genere. Le tastiere sono letteralmente onnipresenti, con i loro tappeti sonori magniloquenti e le loro orchestrazioni che sottolineano ed esaltano le trame chitarristiche veloci e nervose. Scordatevi gli informi polpettoni pseudo thrash-death-gothic degli ultimi Dimmu Borgir; niente di più lontano dalla musica dei Veneficium che suonano autentico black metal, visceralmente maligno e carico di pathos epico e guerriero. L’uso dei synth può richiamare i Seth di “Nastivity” ma è meno barocco e pomposo, più asciutto e al contempo tragico e funereo, vicino ai primi Obtained Enslavement o a certe cose dei polacchi Kataxu. Il riffing è sufficientemente strutturato pur mantenendosi in molti passaggi semplice e diretto, dall’andamento marziale e furioso. Quasi tutti i pezzi sono costruiti su up tempos al fulmicotone, nei quali il batterista François C. Fortin da prova di grande maestria pestando duro sulle pelli e dettando i giusti cambi di tempo e di ritmo. Davvero ben curata la produzione, potente e per nulla approssimativa, che permette di distinguere alla perfezione tanto gli intrecci delle chitarre quanto gli inserti di tastiera. Finalmente la scena canadese, tra moltissime bands mediocri, produce un gruppo dotato di ottime potenzialità ed in grado verosimilmente di ritagliarsi il suo spazio nell’affollato panorama underground. E finalmente un grande disco di black metal sinfonico, quello vero, come non mi capitava di sentirne da tempo. Vivi complimenti ai Veneficium, nella speranza di poter presto ascoltare un successore di questo “De Occulta Philosophia”.
