Gli Ekpyrosis sono un quartetto milanese di recente formazione, che debutta con questo demo autoprodotto ma curato in ogni dettaglio, anche grafico, e davvero ben suonato. Devo dire in tutta sincerità che era da tempo che non mi capitava di ascoltare un lavoro d’esordio così convincente: la band, nonostante la giovane età dei suoi componenti, dimostra di possedere talento compositivo ed esecutivo e di avere le idee molto chiare. I nostri esprimono in poco meno di venti minuti la loro viscerale ammirazione per il death scandinavo che nei primi anni novanta dettava legge in ambito underground. I riferimenti stilistici sono ai mostri sacri del genere: At The Gates su tutti (basti ascoltare il riff portante dell’opener “Sepulchral”), e poi Dismember, Entombed, Grave e Necrophobic. Non mancano tuttavia le influenze provenienti d’oltreoceano ed in particolare dai primi Death. In alcuni momenti il sound si fa più oscuro e blackeggiante ed è allora lo spettro di Morbid e Treblinka ad aleggiare sui pezzi. Ciò che colpisce immediatamente è il possente muro sonoro costruito sull’intrecciarsi delle due chitarre, sorretto da una registrazione potente e molto heavy, che permette al gruppo di vomitare sull’ascoltatore rabbia e violenza, ma in modo sempre ragionato e controllato. Il lavoro scorre piacevolmente tra assalti furiosi interrotti da sporadici e catacombali rallentamenti ed un’efficace alternanza tra screaming e growling vocals. La prova agli strumenti di tutti i ragazzi è buona ma un plauso particolare va alla gentile fanciulla che siede dietro le pelli: una vera macchina da guerra, precisa e chirurgica. Complimenti quindi agli Ekpyrosis per un demo che trasuda autentica devozione alla vecchia scuola e fa ben sperare per il futuro di questa realtà nostrana.
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