Disco musicalmente incredibile questo dei greci Wolfnacht: militanti, espliciti, apertamente schierati e politically uncorrect. Un lavoro a metà strada tra black metal selvaggio, RAC e folk sulla scia dei migliori Absurd, il tutto condito da un concept radicalmente NS, che si riverbera anche nei testi e nelle immagini del booklet raffigurante pitture e riproduzioni di propaganda del terzo reich. Si parte con un prologo molto particolare: si tratta infatti di “Deutschland uber alles”, inno della Germania nazista (ma anche di quella attuale, testo a parte), suonato in modo minimale con una tastiera ed interpretato dal singer con una voce folk impostata, teatrale, delirante e ubriaca. Si prosegue alla grande con “Heldentat”, splendido pezzo RAC-punk introdotto da un discorso di Hitler (stilema classico in molti dischi di questo tipo), e con “Unsere ehre heist treue” che riproduce nella parte iniziale il giuramento di fedeltà che le SS professavano direttamente nei confronti del fuhrer. La song successiva, “Die juden sind unser ungluct”, è decisamente più veloce e black oriented e sulle medesime coordinate stilistiche si pongono anche i pezzi conclusivi, con chitarre sparate a mille all’ora, ritmi di batteria martellanti ed un vocione semiscreaming costantemente sugli scudi. Gli episodi migliori di quest’album si collocano tuttavia nella parte centrale: “Wir sind die sturmkolonnen” racconta della morte di un graduato della SA ed ha un riff portante graffiante ed azzeccattisimo che definire superbo sarebbe poca cosa, mentre “Siehst du im often das morgenrot?” riprende testo e musica da una canzone popolare tedesca risalente al 1931 ed è semplicemente perfetta ed esaltante nel suo andamento folk, interpretata in modo allucinato e marziale dal singer. Chiude il lotto un epilogo costituito da una marcetta militare NS. La produzione è sporca ma non confusionaria e riesce a dare all’opera quel quid di “vecchio” che la rende più appassionata e credibile: Volf, ans gewehr!
