Il 2007 in ambito black si sta dimostrando, almeno nella sua prima metà, un anno caratterizzato da molte proposte di buona qualità. Ascoltando questo nuovo disco degli Inquisition tutto fa tornare in mente il classico black norvegese dei primi anni novanta. In verità gli Inquisition sono una band particolare, nata nel lontano 1988 e inizialmente dedita ad uno sporco e grezzissimo thrash di scuola teutonica. La band è colombiana (!) ma si è trasferita negli Stati Uniti da molti anni. Ascoltando questo “Nefarious Dismal Orations” viene naturale fare un accostamento con il masterpiece dei Mayhem, “De Mysteriis Dom Sathanas”. Il riffing gelido, la ritmica spesso indiavolata, ma soprattutto il cantato estremamente vicino a quello di Attila Csihar all’epoca dei Tormentor\primi Mayhem, sono tutti fattori che non fanno che amplificare l’impressione che si ha a primo impatto. Sicuramente anche il passato stilistico del gruppo ha determinato questa somiglianza, rendendo il black proposto parzialmente debitore ad un approccio thrasheggiante, elemento presente anche nei primi Mayhem, cresciuti in un periodo in cui il genere stava ancora definendo i propri lineamenti. “Nefarious Dismal Orations” è costruito con pochi ma efficaci riff di chitarra e alterna le parti più lanciate con dei diabolici momenti cadenzati, posti come break durante lo scorrere dei brani. Forse il maggior difetto del disco coincide paradossalmente con il suo più grande punto di forza, ovvero la disarmante semplicità della proposta che cela un’inaspettata e micidiale efficacia. Di conseguenza in alcune occasioni gli Inquisition riescono a dipingere il male più spietato attraverso la loro musica. “Ancient Monumental War Hymn”, posta come traccia d’apertura, è il pezzo più bello e riuscito dell’intero lotto, un brano dove i nostri raggiungono la massima espressività. Non si può rimanere indifferenti di fronte a tanta malvagità, con questo nuovo full gli Inquisition si impongono come una delle più importanti realtà americane in ambito black metal. Il vincente andamento della conclusiva “Before The Symbol Of Satan We Vow and Praise”, accompagnato dalle campane che suonano a morto, chiude questo piccolo ed imperdibile gioiello di arte nera.
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