I Moriar, per loro stessa ammissione, si ispirano al black metal della vecchia scuola. A distanza di tre anni dal loro demo d’esordio giungono a questo “Burn The Reign Of Light”, che rappresenta il loro primo full. Il black proposto è dotato, come facilmente prevedibile, di una produzione scarna e minimale, che mette in risalto le chitarre zanzarose e la batteria. L’intero album si manifesta con riff di chitarra molto semplici, che oscillano tra alti e bassi d’efficacia e che, in ogni caso, risultano quantomeno prevedibili. Proprio il guitarwork un po’ sottotono rappresenta se vogliamo il punto debole dell’interno lavoro. Se togliamo la semplice ma evocativa “Black Soul”, difatti, non troviamo altri spunti degni di nota sotto questo aspetto. Complessivamente il disco mantiene però una certa omogeneità stilistica che lo rende comunque un piacevole ascolto per rispolverare i suoni primordiali che hanno caratterizzato questo genere musicale. Dunque la musica dei Moriar si evolve tra i classici riff minimali alla “Transilvanian Hunger” e alcune soluzioni più propriamente riconducibili al thrash ottantiano che, seppur non eccelse, servono a spezzare la linearità della musica. Il cantato ci sarebbe stato bene con qualche effetto in più, anche perché non è molto espressivo. Tirando le somme questo “Burn The Reign Of Light” va apprezzato per la sua limpida espressività, e riesce a regalare anche attimi di buona musica, ma va comunque preso come esempio per non commettere in futuro le stesse ingenuità, in vista di un’evoluzione che non potrebbe che portare a una maturazione stilistica globale per la band veneta, che secondo me potrebbe partire dal modo in cui interpreta l’ultima traccia del lotto, “Napalm Rain”, che ricorda band come Impaled Nazarene e che tutto sommato mostra un pizzico di personalità da cui prendere spunto per il futuro.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.