Il progetto Abruptum é una realtà musicale-concettuale che travalica i limiti del black metal per approdare a territori industrial indistinti e nebbiosi che, a loro volta, trascolorano nel mare sanguinolento del noise più drammatico e mortifero. Questo mini cd é un esempio perfetto della possibilità di trasporre in musica (ma sarà corretto definirla tale?) incubi e visioni notturne attraverso suoni e atmosfere che non hanno praticamente termini di paragone nell’ambito della scena estrema, se non negli MZ412 più criptici ed oscuri. La title track, che risale al 1991, é una danza macabra ed angosciante che, col suo incedere marziale e possente, ben descrive l’avanzare inesorabile della Morte verso la quale tende, come verso il suo naturale fine, ogni forma di vita consapevole o inconsapevole. Ma se nella opening track é ancora possibile individuare una forma-canzone, sebbene soffocata da un pesante manto di suggestioni meccaniche e metalliche, questa viene completamente smarrita nelle due songs successive, veri e propri deliri di onnipotenza rumoristica. “Dodsapparaten” e “Massdod”, registrate nel 2000, sono sensazioni e schegge, sono l’odore dei cadaveri che bruciano nel fuoco della purificazione, sono la nera peste che penetra nelle anime corrotte devastandole dall’interno, sono frammenti di follia apocalittica. Abruptum é per i pazzi e i sognatori, per chi coltiva i propri desideri di vendetta nei confronti del mondo, per chi é grande di una grandezza latente. Musica per l’elite: una volta tanto si può dirlo senza timore di sentirsi ridicoli.
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