Il quinto capitolo targato Shining prende il nome della città natale del mastermind Kvarforth, Halmstad. La band svedese, nella sua carriera quasi decennale, ha saputo trovare un’evoluzione coraggiosa e convincente al proprio sound. Questo nuovo disco riprende lo stile espresso nelle ultime due tracce del precedente “The Eerie Cold”, ovvero nella title track e in “The Claws Of Perdition”. La proposta in questione mette da parte parzialmente la componente metal e strizza l’occhio a contaminazioni rock/dark che sfociano nel doom. Il tutto assume una forma decisamente più melodica, nonostante l’alone negativo sia sempre presente ed in primissimo piano. Aumenta decisamente anche la cura per i particolari ed i brani sono tutti molto ricchi di soluzioni ricercate e di gusto, senza abbandonare definitivamente il classico trademark della band. Questa cura minuziosa rintracciabile a livello compositivo evidenzia lo stato di salute degli Shining odierni, che possono anche contare su un frontman ancora molto ispirato ed incisivo nel suo inconfondibile cantato. L’espressività dei nostri esplode nella terza traccia del disco, il migliore episodio del lotto. E’ proprio “Låt Oss Ta Allt Från Varandra” ad ereditare tutte le soluzioni già presenti nella parte finale di “The Eerie Cold”. Il riffing è molto accattivante, di matrice rock; all’improvviso spuntano arpeggi di chitarra e inaspettati suoni di archi. E’ altresì presente una parte recitata da una donna che amplifica l’impatto dirompente e disperato del pezzo. Kvarforth alterna lo screaming al cantato pulito ed il tutto termina con un graffiante solo di chitarra. Anche la musica restante è particolarmente sperimentale e soltanto dopo svariati ascolti si potrà degnamente assimilare un disco più intricato di quanto ci si potesse attendere. Interessante anche il piccolo frammento di album (“Åttiosextusenfyrahundra”) dove viene interpretata “Al Chiaro Di Luna” del caro – Ludwig Van – (Beethoven). La produzione è come d’aspettativa molto buona, potente e nitida. Insomma gli Shining continuano ad evolversi; il cambiamento di forma fortunatamente lascia inalterata l’indole distruttiva e sprezzante che da sempre caratterizza questa band. “Halmstad” è un’opera molto valida, che conferma l’inarrivabile bravura degli Shining. Se cercate un depressive oscuro e perverso che prende le distanze dal black metal esplorando lidi differenti, allora questo quinto capitolo targato Shining fa decisamente al caso vostro. Un ascolto è consigliato comunque, considerando l’innegabile bellezza decadente che possiede l’opera in questione.
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