Quando il black metal comincia a diventare troppo raffinato e ad abbandonarsi a cervellotiche derive concettuali, ci vogliono gruppi come gli ucraini Uterus che facciano musica stereotipata e marcissima, scrivano testi ultrablasfemi e maleducati, e pubblichino album di pessimo gusto, ma incredibilmente genuini, come questo “Goatgod”. La seconda fatica sulla lunga distanza dei nostri, che finora hanno all’attivo due demo, un ep ed un album, tutti autoprodotti, esce sotto l’egida dell’attenta Funeral Moonlight Productions e, benché si tratti sostanzialmente di un coacervo di luoghi comuni e di sonorità derivative, riesce incredibilmente nell’impresa di risultare a suo modo fresco e carico di primitiva spontaneità. D’altra parte non si può che ammirare una band che ha la faccia tosta di proporre, oggi, liriche assolutamente ignoranti del calibro di “screaming christian slut / she is dislikes this fucking goat / but a goat likes to fuck the christian cunts / hails to sodomy!!!” e “ the virgin maria smiles to me / she likes taste of my cum”, con buona pace dei seguaci del satanismo teistico in tutte le sue varianti filosofiche. Musicalmente questo disco è costruito soprattutto su up tempos punkeggianti alla Carpathian Forest ultima maniera (non per nulla Nattefrost è omaggiato dalla cover di “Terrorist”), ma anche su passaggi più rallentati che devono molto ai Darkthrone del periodo mediano, quelli di “Hate Them” e “Sardonic Wrath”. Non manca qualche sprazzo black-thrash che mi ha ricordato i nostrani Infernal Goat. L’attitudine rozza degli Uterus, devoti alla triade satana – sesso – black metal, non è molto dissimile da quella che gruppi ben più noti (Impaled Nazarene in primis) hanno mantenuto nel corso di tutta la loro carriera: sfacciata, esagerata, perfino (volutamente?) demenziale e goliardica. Ovvio che un album del genere è da prendere per quello che è: se cercate nuove ed elaborate sperimentazioni sonore, girate pure al largo; se invece avete voglia di black metal “easy listening” e devoto alle origini della nera fiamma, allora date un ascolto a questo lavoro e non ne rimarrete delusi.
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