Grim Medieval Wamphyric Black Metal. Sarebbe sufficiente questa altisonante ma pregna definizione, che campeggia nel retro del cd, per indicare forma e sostanza di questo piccolo e forse da troppi trascurato gioiello di incontaminata arte nera. Edito dalla Full Moon Productions, label ultra underground specializzata in gruppi dal sound marcio da cantina umida, questo concentrato di puro grezzume black retrò costituisce il secondo vagito ufficiale della creatura di Michael Ford, oggi tornata alla ribalta dopo un lungo periodo di silenzio con due albums degni dei gloriosi fasti del passato quali “Belial Arisen” e “Az-I-Dahak”. I Black Funeral datati 1997 erano ancora una band vera e propria e non un solo project, anche se il buon Michael si occupava in pratica di tutte le musiche e dei testi, ed in quel periodo in cui imperversava ed aveva raggiunto il suo massimo splendore anche commerciale il black sinfonico più patinato, ebbero le palle di far uscire un prodotto così raw e low-fi da far impallidire perfino i Darkthrone più trucidi e maligni. Una manciata di tracce, di cui alcune bonus tracks ed altre ri-registrate da quel misconosciuto capolavoro che fu il debut “Vampyre-Throne Of The Beast”, che sancisce l’entrata definitiva del combo statunitense nel gotha del culto più oscuro. Una registrazione che definire artigianale sarebbe un pallido eufemismo, un suono corrotto e malato fino al midollo dell’anima, riffs grumosi ed impastati all’inverosimile ed una voce demoniaca e sofferente, piena di riverberi e quasi spezzata in mille echi di sofferenza ultraterrena. Un manto in tessuto di fantasmi di morte e ombra che si posa sui tumuli di un’umanità condannata ad una rapida estinzione: questa era ed é la musica dei Black Funeral, inascoltabile per alcuni, ma per me potente ed evocativa, suggestiva nei suoi plurimi richiami esoterici ed antica come un fantastico reame medioevale, intrisa di malvagità come una ragnatela di misantropica bellezza. Inutile citare una song rispetto alle altre, tutte contribuiscono a costruire questo solido monolite di grim black metal, che i sinceri cultori del genere non potranno fare a meno di ascoltare ed apprezzare. Onore eterno a questa band ed onore a Michael Ford che ha saputo nel corso degli anni portare avanti con grande dignità il proprio progetto, lavorando sommessamente e senza clamori extra musicali, senza sottostare alle regole del mercato ed alle mode del momento, ritagliandosi uno spazio di tutto rispetto nel cuore dei fans e nella cerchia, che dovrebbe essere sempre assai ristretta per separare l’arte dalla merda, dei gruppi di culto.
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