Con questo “The Smile Of The Sad Ones” gli spagnoli Foscor giungono al secondo full length della loro decennale carriera. Già nell’album precedente la band aveva dimostrato una forte dedizione verso il classico black di matrice norvegese; con la nuova uscita i Foscor non fanno che confermare la linea stilistica già intrapresa. Da subito si nota la produzione fredda e approssimativa, con sonorità vicina ai primi dischi degli Immortal. A livello compositivo la proposta ricorda “Pure Holocaust” a causa del guitarwork tagliente e nervoso e del martellante incedere del drumming. Quello che manca in questo cd (e lo si capisce sin dai primi ascolti) è la personalità. Se da un lato il disco tutto sommato risulta gradevole, dall’altro si sente la carenza di spunti caratteristici. I brani si lasciano ascoltare alternando momenti ferali a divagazioni lente ed atmosferiche. Peccato per la produzione che manca di profondità e rende la musica leggermente piatta all’ascolto. Un altro difetto è il calo che la release evidenzia con lo scorrere del minutaggio a causa di un songwriting eccessivamente ripetitivo. Insomma, se cercate un black all’avanguardia ed al passo coi tempi lasciate tranquillamente perdere questo “The Smile Of The Sad Ones”; per i nostalgici invece la proposta potrà rappresentare un’uscita appetibile nonostante il suo andamento prevedibile. I Foscor si confermano band capace e padrona dei propri mezzi, peccato per la mancanza di un pizzico di personalità che in questa circostanza non avrebbe fatto male e per una staticità compositiva a volte irritante. Se fossimo nei primi anni novanta “The Smile Of The Sad Ones” sarebbe un gran bel disco, oggi si pretende qualcosa di più.
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