Esordio assoluto, direttamente su full length e sotto l’egida della prestigiosa No Colours Records, per Invictus, progetto proveniente dall’Ungheria, dietro il quale si cela il mastermind Sahsnot, alias Péter Sallai, già chitarrista della black metal band Bornholm. “Imperium Paganum” è un dignitoso platter di ambient dalle sfumature neoclassiche e folk, caratterizzato da sonorità magniloquenti e da ritmiche marziali, con spunti paganeggianti e medievaleggianti. Purtroppo l’originalità non è una qualità precipua di questo lavoro e risulta fin troppo agevole individuare le fonti d’ispirazione del nostro e i gruppi che di volta in volta deve aver avuto presente nel comporre i diversi brani. Gli episodi più pomposi richiamano in modo evidente i Puissance e la band di Henry Möller e Frederik Söderlund è saccheggiata anche per quanto riguarda le orchestrazioni più epiche e maestose. Altro padre putativo di Invictus è senza dubbio il Mortiis di “The Stargate”, ampiamente plagiato in diversi passaggi folk-medieval oriented. Quanto invece i ritmi si fanno meno sostenuti e la musica diviene più dolente ed intimista è allora il fantasma del Burzum degli ultimi due album ad aleggiare sulle composizioni. Non per nulla il pezzo conclusivo è proprio una cover del Conte, già apparsa nella compilation tributo “Life Has New Meaning: A Hungarian Tribute To Burzum” edita nel 2007, cover peraltro non particolarmente significativa. Pur con tutti i limiti di un’opera prima che dimostra ancora scarsa personalità, questo disco potrà accontentare i fruitori dell’ambient meno semplicistico e lineare e tutti coloro che vorranno immergersi nelle atmosfere guerresche di un’Europa ancestrale e pagana.
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