In edizione limitata a duecento copie e autoprodotto esce questo esordio discografico dei Wraithrest, duo nostrano di recente formazione del quale fanno parte i coniugi Nullifer e Candy Bones (il primo alla voce, chitarra e batteria e la seconda al basso), già membri della band industrial/gothic Spectrum-X. “Path Ov The Raven” è un album assolutamente vecchio stampo nella concezione e nelle sonorità ma gode di una produzione discreta, che mette bene in risalto il suono di tutti gli strumenti e lo screaming/growling demoniaco e ferino del singer, conservando comunque una certa sporcizia di fondo che non guasta ed anzi si sposa perfettamente con il genere proposto.
Questo si incarna in un proto-black metal molto anni ottanta nel riffing e nelle strutture, imbastardito da qualche elemento death e, soprattutto, da una massiccia dose di rallentamenti sulfurei ed asfissianti, che in alcuni passaggi spostano decisamente l’ago della bussola verso territori doom ed aumentano esponenzialmente l’alone occulto e rituale della musica proposta. La formula non è certamente originalissima ma c’è da dire che la nostra coppia riesce a declinarla in maniera abbastanza convincente in particolar modo grazie al buon lavoro della chitarra, ben supportato da linee di basso grasse e profonde, che conferiscono pesantezza al tutto ed avvolgono le composizioni in un manto oscuro ed opprimente. I brani sono piuttosto semplici e diretti, il che non è necessariamente un male, specie quando il riff portante risulta ispirato e graffiante o comunque la canzone riesce a stamparsi nella testa dell’ascoltatore fin dalle battute iniziali, com’è ad esempio il caso dell’opener “Azazel”, di “Mark Ov Emptiness” o di “Primeval Source”, che nel suo lineare minimalismo, con tanto di versi di una bestiaccia assatanata nella sua parte centrale, costituisce a mio avviso il pezzo migliore del lotto. Come detto c’è una certa tendenza alla regressione perché il sound è molto secco e nervoso, senza inutili fronzoli, ed il songwriting pesca a piene mani dalla tradizione più classica, con chiari riferimenti a gruppi come Celtic Frost, Hellhammer e Sarcofago.
Nonostante qualche caduta di tono (la qualità complessiva non è sempre costante) e la sostanziale ripetitività delle soluzioni adottate (in realtà le canzoni sono tutte molto simili l’una all’altra), la strada sembra tracciata e, tutto sommato, i Wraithrest dimostrano di avere le idee piuttosto chiare: riproporre sonorità classiche con un approccio particolarmente dark, e questo potrebbe essere il loro personale marchio di fabbrica anche in futuro. “Path Ov The Raven” è in ogni caso un lavoro che vale la pena di ascoltare e che potrà suscitare l’interesse soprattutto degli aficionados più intransigenti della così detta prima ondata black.