Disco d’esordio per il progetto statunitense Suffering In Solitude, questo “A Place Apart” è un classicissimo lavoro di suicidal/funeral black metal, come ne sono usciti a decine (se non a centinaia) negli ultimi anni, caratterizzato da una produzione ben curata e da una certa ricercatezza compositiva. In realtà, per essere un debutto, si tratta di un’opera sufficiente, che denota tuttavia un’ancora eccessiva dipendenza dai modelli stilistici di riferimento. La band pare rifarsi in particolar modo a quel black metal depressivo meno grezzo, che guarda alle contaminazioni vagamente shoegaze e post rock, senza tuttavia trascurare qualche rigurgito di pura ferocia e rabbia distruttiva. Nei brani, che si susseguono come un continuo rantolo di malinconica disperazione diviso in brevi episodi, si possono cogliere influenze provenienti in egual misura da gruppi come i tedeschi Anti ed i finlandesi Inferi od ancora da certa scena francese (Celestia e primi Alcest). Le sonorità sono quelle tradizionali di questo sottogenere ed anche il cantato non si distingue dal consueto ululato di dolore di burzumiana memoria. Insomma, nulla che faccia gridare al miracolo, anche se qualche spunto d’interesse c’è, soprattutto nei momenti più soffusi e delicati, nei quali il gruppo esprime la propria anima più introspettiva ed amaramente riflessiva (“Entrance” è sicuramente il brano migliore del lotto). I Suffering In Solitude sono al momento degli onesti mestieranti con margini di miglioramento. Il futuro ci dirà se saranno in grado di distinguersi nell’ambito dell’affollatissima scena depressive.
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